Cagiva XTRA Raptor

XTRA Raptor
Articolo di Stefano Cordara
Reperito da : http://www.motorbox.com

GIOCATTOLONE Unire una ciclistica così agile con un motore così grintoso significa solo una cosa: divertimento assicurato. La Xtra-Raptor è un giocattolo molto efficace, l’assetto più caricato in avanti ha ulteriormente migliorato l’efficacia di questo rettile da piega.
Non ha più paura di nulla la nuda Cagiva, capace di conquistare il pilota da subito per l’estrema reattività che sa regalargli. Reattività paragonabile solo a quella della nuova KTM Superduke ma che, per fortuna, non si traduce mai in inquietante nervosismo. La distribuzione dei pesi e l’ammortizzatore di sterzo hanno contribuito, infatti, a mettere le briglie al carattere bizzoso della naked Cagiva.

CURVA COL PENSIERO Uno sforzo irrisorio e “paf”, la Xtra-Raptor è già bell’e che in piega, scende velocissima e poi sta lì, non allarga, non chiude la traiettoria, è neutra e velocissima.
Davvero un mostro di maneggevolezza, e pensare che i primi prototipi avevano interasse di 1390 mm!!! (ora sono 1440). Man mano che l’andatura aumenta la sensazione è quella di avere in mano un manubrio sempre molto leggero, ma, ripetiamo, è solo una sensazione. Anche nei curvoni affrontati a oltre 200 orari l’avantreno non diventa mai nervoso, ed è questo il cambiamento più sensibile rispetto alle versioni precedenti (la V-Raptor senza regolazioni per intenderci).

 

MOTORE GRINTOSO

Il motore non aveva bisogno di conferme. Il Twin Suzuki pur pagando ormai un debito di potenza con le avversarie resta uno dei migliori bicilindrici in circolazione. Potente e repentino nel rispondere alle sollecitazioni del gas, scarica a terra cavalli e Nm con tanta grinta, sulla Xtra-Raptor può dare il meglio di sé, sfoggiando tanto brio ma anche un’elasticità senza pari. È capace di scendere a meno di 2000 giri in sesta per riprendere senza un sussulto, non male davvero per un bicilindrico che ha il limitatore posto a 11.500. Il range di erogazione utile è dunque davvero ampio anche se è sopra agli 8.000 che la Xtra-Raptor si scatena. Dove altri bicilindrici cominciano a “murare” questo Suzuki inizia invece la sua galoppata, forte di una verve agli alti regimi è capace di appagare anche il più esigente degli smanettoni.

ATTACCATEVI BENE

Non solleticate troppo l’acceleratore: in accelerazione la Xtra-Raptor sa essere persino violenta, basta un niente e il becco punta il cielo, il pilota è schiacciato contro il cuscinetto posteriore, anche perché il tessuto che ricopre la sella è piuttosto scivoloso e non trattiene a dovere (non sarebbe male una bella sella “aggrappante” in stile racing). I maniaci del Wheeling consumeranno ben pochi pneumatici anteriori con questa moto.

VELOCE COME UN QUATTRO

Quanto a prestazioni pure la 1000 Cagiva non teme nessuno, piazzandosi ai vertici della categoria naked e andando a solleticare anche qualche sportiva. Nonostante l’arrivo di concorrenti più “fresche” è ancora tra le naked più veloci in assoluto. Un lancio brevissimo e il display indica 251 km/h, con la lancetta del contagiri adagiata all’inizio della zona rossa.
Per chi riesce a vederli è una bella soddisfazione, oltre che la conferma di avere un collo d’acciaio perché: ovviamente, la protezione aerodinamica è assolutamente scarsa, anche se la sella bassa, il serbatoio alto e quel piccolo muso proiettato in avanti qualcosina fanno. Occorre un minimo di allenamento, ma con la Xtra-Raptor si viaggia bene anche fino a 150-160 all’ora indicati.

VAI COL LISCIO

Davvero valida la ciclistica. Era già buona ai tempi della V-Raptor, adesso ha anche quel qualcosa in più che, quanto a efficacia, fa entrare in competizione la Xtra-Raptor con le sportive più blasonate. Le sospensioni regolabili servono eccome su una moto di questa potenza (alcune concorrenti più moderne sono molto meno regolabilit di lei), anche se tutto sommato non abbiamo sentito il bisogno di regolare alcunché. Se l’interfaccia è il levigato asfalto dei circuiti, l’assetto della Xtra-Raptor è praticamente perfetto; qualche sofferenza in più si registra invece se il fondo è imperfetto. Forcella e ammortizzatore mal digeriscono i colpi, trasmettendo qualche botta al manubrio, ma anche qui intervengono le regolazioni sulle sospensioni che consentono di “smollare” la Raptor per renderla un po’ più confortevole anche sul pavè.

FRENO DURO

Il doppio disco anteriore da 298 mm (lavorato da pinze Brembo a quattro pistoncini) offre potenza più che adeguata ma manca di un filo di cattiveria nell’attacco della frenata, ancora più evidente oggi in confronto ai nuovi impianti arrivati ad equipaggiare le Naked. La grinta non manca, ma va cercata spremendo un po’ più del normale una leva dalla risposta un po’ legnosa, anche a causa dei tubi in traccia metallica. Un bel paio di dischi da treeventi risolverebbero certamente il problema.